Enrico Borghi e Lia Quartapelle del Partito Democratico hanno commentato la possibilità di un viaggio in Russia di Matteo Salvini.
Si è parlato molto, negli ultimi giorni, della possibilità che Matteo Salvini, leader della Lega, possa andare in Russia per cercare di trovare una mediazione. È abbastanza utopico pensare che un solo politico, il quale ricopre una carica legata ad un singolo partito italiano – non una carica governativa – possa portare la pace in Ucraina. Questa è anche l’opinione di Enrico Borghi e Lia Quartapelle, rispettivamente responsabile della Sicurezza e degli Esteri della segreteria nazionale del Partito Democratico.
Le parole del Partito Democratico
“È profondamente inquietante lo scenario che si apre sulla visita di Salvini a Mosca, dopo le interviste concesse dall’organizzatore, Antonio Capuano, che non lavora a nessun titolo formale nello staff di Salvini, né ha incarichi di natura pubblica, ma ha una consulenza con l’ambasciata russa”. Queste le parole di Borghi e Quartapelle in merito alla questione.
Il Pd ha continuato: “Viene da chiedersi, alla luce delle affermazioni dell’avvocato Capuano, come sia possibile che un piano di pace di un partito italiano possa essere scritto da un avvocato che presta consulenza all’ambasciata russa, e chi siano i soggetti italiani che hanno fatto affari con Putin come viene sibillinamente affermato oggi da chi sta organizzando la visita di Salvini a Mosca”.
I due responsabili hanno concluso la loro nota usando le seguenti parole. “In tutti i casi, il buon nome dell’Italia e del suo governo non possono essere offuscati: Salvini chiarisca al Presidente del Consiglio, al Parlamento e agli italiani la natura della propria iniziativa. Per noi si tratta di una iniziativa sbagliata sotto il profilo diplomatico, istituzionale e politico, che rischia di gettare un’ombra pesante sull’Italia in un momento molto delicato della trattativa internazionale per il conseguimento di un indispensabile ‘cessate il fuoco’. Stupisce e inquieta che nessuno all’interno della Lega manifesti imbarazzo per questo livello di ambiguità che, in un momento così complesso, la linea del partito determina“.